In Paritetica è stata formulata una proposta per il Consiglio di Facoltà, con l’approvazione di tutti i presenti, che può riassumersi con questa formula: “Introduzione di un preappello istituzionalizzato e obbligatorio aperto ai non frequentanti”.
Sono trascorsi 2 anni e 6 mesi dall’approvazione della sperimentazione. Un anno dalle elezioni studentesche. Come consiglieri di facoltà, prima ancora che come rappresentanti, non possiamo non riferire in Consiglio che questa sperimentazione ha comportato:
- calo della produttività;
- gli esami fondamentali, soprattutto ai primi anni, sono diventati iperaffollati e difficili da gestire;
- vi sono notevoli difficoltà a realizzare una calendarizzazione delle date degli appelli adeguata;
- si è constatata una generale contrarietà degli studenti nei confronti della sperimentazione, con conseguente disamore nei confronti della Facoltà.
Se la situazione non è peggiore, è solo perché una parte dei docenti prevede uno o due “preappelli”.
In Italia, grazie al cielo, abbiamo degli esami seri, sostanziosi e orali, che richiedono una preparazione più lunga rispetto agli altri paesi.
All’estero, non si ha grande cura per il risultato finale. L’importante è ottenere la sufficienza e andare avanti. Lo dice chi è stato studente Erasmus al secondo anno della triennale in una delle migliori Facoltà di Giurisprudenza europee e ha ottenuto dopo un semestre due 9, due 7 e un 6: una delle migliori medie.
A Trento no. Gli studenti devono laurearsi preparati da questa Facoltà. E possibilmente in corso.
Di qui la proposta della Paritetica. Per dare agli studenti la speranza di concludere il loro percorso di Studi preparati e in corso. È una questione di qualità.
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